Baba, di origini italo-gallesi, viene da un’esperienza pluriennale come chef a domicilio. Martina, dopo aver studiato a Londra ed essersi specializzata nell’organizzazione di eventi, ha iniziato ad aiutare Baba con le sue cene, occupandosi di table setting e allestimenti particolari. Poco più di un anno fa, camminando per le vie di Bellagio, hanno un’idea: aprire un posto tutto loro, che potesse diventare espressione delle loro due anime e personalità.
L’idea si concretizza con Dispensa63, un locale poco esposto al via vai dei turisti sul lago, una chicca nascosta che negli anni Cinquanta aprì come prima locanda cittadina. Un luogo d’incontro, dove i barcaioli si fermavano a chiacchierare e bere un bicchiere di vino, che Martina e Baba hanno voluto ristrutturare portando nuovamente in vita l’energia e l’identità del posto. Una casa per i fondatori, così come per i clienti, che qui troveranno un grande tavolone in legno, ereditato dal nonno di Baba e ora pronto ad accogliere i commensali come un grande tavolo domestico.
Alle pareti il sasso a vista, tipico del lago, e le travi illuminate a soffitto. Nell’ambiente, anche dettagli che parlano della terra d’origine di Martina, la Puglia: tessuti in lino, legno, vimini intrecciati. La cucina non è quella tipica laghè, ma è il risultato di varie esperienze e suggestioni colte viaggiando in giro per il mondo; il menu cambia in base alla stagione e la carta è molto ristretta, solitamente composta da un massimo di 9 piatti.
Non solo ristorante, ma anche luogo dove è possibile organizzare un evento privato, o dove partecipare ai workshop creativi ideati da Martina per poter ridare voce e importanza al saper fare artigiano del territorio. Il nome, “dispensa”, rimanda al concetto della raccolta, dell’insieme di appunti e di storie che vengono catalogate e custodite qui. Il 63 invece, racconta la storia di una scommessa: “quanti gradini ci sono dalla strada fino ad arrivare a Dispensa?” La risposta è presto detta. 63, impossibile sbagliare.