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IndoVino

IndoVino è la scommessa stravinta di Mattia Citterio e di papà Marino che, nel comune di Casargo, hanno dato vita alla vigna dei record: attraverso il recupero di terreni abbandonati hanno dato alla Valsassina il suo primo vino ufficiale in una delle più alte vigne della Lombardia (ben 900 mentri!). Il simpatico nome deriva da Indovero, frazione di Casargo dove si trova il vigneto, fino a dieci anni fa un terreno incolto ma, a differenza del resto della valle, favorito da un microclima unico e dall’esposizione al sole che illumina la vite da mattina a sera. «Circa 12 anni fa abbiamo iniziato a fare un po’ di ricerche.

È emerso che la maggior parte degli abitanti della zona si dedicavano all’industria manifatturiera e alla lavorazione del metallo, o al massimo alla produzione di formaggi e salumi. La conformazione della valle non favorisce la coltivazione della vite, senza contare la fatica di coltivarla in alta quota dove tutto viene fatto manualmente», spiega Mattia.

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La passione tramandatagli dal padre e nutrita alla scuola alberghiera e durante gli anni di lavoro in locali della zona, ha spinto Mattia a imbarcarsi in questa avventura che nel giro di pochi anni ha dato i suoi attesissimi frutti. Nel 2015 la prima vinificazione, nel 2019 la nascita del brand IndoVino e delle due etichette: un bianco e un rosso, caratterizzati da un gusto fresco dovuto all’affinamento in acciaio. Il bianco è profumato e beverino, mentre il rosso – con poco tannino e molto frutto – possiede un colore rosso acceso e note profumate. «A differenza dei vini valtellinesi, alcolici e corposi, nei vini di alta quota va ricercata la finezza. Sono vini adatti per aperitivi, ma anche per accompagnare i pasti. Io li chiamo “spensierati”», racconta Mattia.

Quei terreni un tempo abbandonati in una valle senza storia vitivinicola, sono oggi ricoperti da vitigni resistenti – i cosiddetti vitigni PIWI –, varietà di nuova generazione particolarmente robuste che, grazie all’eccezionale resistenza alle malattie, permettono di ridurre in modo considerevole i trattamenti fitosanitari, con benefici in termini di risparmio energetico e di preservazione dell’ecosistema.

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Mattia e Marino sono attualmente impegnati nella ristrutturazione di un caratteristico mulino ad acqua immerso nel vigneto che, a partire dalla stagione estiva, verrà adibito a punto mescita dove clienti e visitatori potranno degustare i loro vini accompagnati da salumi selezionati, formaggi locali e da pochi piatti caldi ispirati alle ricette genuine tramandate dai nonni. Così come in vigna – dove tutto viene fatto rigorosamente a mano -, anche in cucina a fare da padroni saranno la cura per le materie prime e le meticolose lavorazioni realizzate secondo i metodi tradizionali.

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Da IndoVino non mancano neanche momenti conviviali e di intrattenimento, resi possibili dal piccolo anfiteatro in legno di castagno che nei mesi più caldi ospita presentazioni di libri, spettacoli di cabaret ed altre iniziative culturali-didattiche e ricreative in collaborazione con svariate realtà del territorio. L’attitudine visionaria di un padre e di un figlio mossi dalla passione hanno dato così vita non solo al primo vino della Valsassina - ad un’altitudine che ha spesso scoraggiato l’uomo dal dedicarsi all’attività vinicola -, ma ad un luogo polifunzionale dedicato alla comunità che ha ridato nuova vita ad un piccolo borgo immerso in una cornice paesaggistica di rara bellezza.