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Art & Design

Marie-José d'Aprile

La sua fibra artistica si è manifestata in tanti modi diversi lungo il corso della sua vita, attraverso la scrittura, il teatro e la rielaborazione di mobili e oggetti. «Ho sempre avuto un’attrazione per la ceramica, mantenendo però una certa distanza da questo materiale. Forse perché sospettavo che nel momento in cui avrei affondato le mani nell’argilla non sarei più tornata indietro», racconta Marie-José.

La sua passione per l’oggetto ceramico e per le sue tecniche di lavorazione è ritornata però prepotentemente nella seconda metà degli anni Duemila durante un soggiorno in Tunisia, dove si trovava per motivi professionali. Affascinata dalla maestria degli artigiani locali - conoscitori di tecniche manifatturiere secolari sviluppatesi nel bacino del Mediterraneo agli albori della civiltà umana - Marie-José decide così di impiegare parte del suo tempo libero seguendo delle lezioni di ceramica tenute da una giovane artista tunisina. «Pensavo sarebbe stata solo un’attività terapeutica, per dare un equilibrio alla mia frenetica vita lavorativa. Invece è stata una vera e propria folgorazione e da lì non ho più smesso», ricorda l’artista.

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La vita professionale la porta poi a Roma dove conosce Daniela Vacca, con la quale ha modo di affinare le sue conoscenze tecniche nel campo della ceramica e degli smalti. È stato durante quei quattro anni trascorsi nello studio della ceramista e artista romana che Marie-José comincia a comprendere che un capitolo importante della sua vita si sta ormai esaurendo, per lasciare finalmente spazio alla sua sempre più scalpitante urgenza creativa. Marie-José avverte nella ceramica un contatto organico con l’essenza primitiva della terra, capace di annientare completamente il suo animo razionale e intellettuale. «Nel mio lavoro è l’argilla a guidarmi. Bisogna essere sempre presenti in quello che si fa e che si sta creando, raggiungendo una totale comunione con il materiale», spiega l’artista. Il suo lavoro manuale le permette infatti di trasmettere emozioni attraverso la creazione di oggetti tridimensionali che richiedono il coinvolgimento di più sensi, essendo essi il frutto sia di metodiche elaborazioni di idee e concetti, sia di intuizioni momentanee e irrazionali.

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Pur privilegiando la terracotta - un tipo di argilla che richiede una lunga cottura a bassa temperatura, a cui l’artista si dedica con costanza dal 2019, anno in cui si è trasferita a Como – grazie alla sua vivace propensione alla sperimentazione, Marie-José non ha mai trascurato la molteplicità di linguaggi e possibilità espressive offerte da altri tipi tecniche di manipolazione della ceramica e di espressione artistica. Alle lavorazioni più tradizionali, Marie-José affianca anche tecniche sofisticate e antiche, come il bucchero – di origine etrusca - e l’antica tecnica di cottura raku. Questa tecnica giapponese consiste in una prima fase di biscottatura, seguita da un secondo passaggio in forno ad una temperatura che varia tra i 750 e gli 850 °C. Raggiunta la temperatura, l’oggetto viene estratto dal forno ancora incandescente, per essere immerso in segatura, carta o acqua ed essere così sottoposto ad uno shock termico. È quest’ultima fase del processo creativo, governata esclusivamente dall’imprevedibilità delle reazioni chimiche, che conferisce alle creazioni di Marie-José un aspetto ancora più affascinante e imperfetto, fatto di contrasti tra superfici ruvide e lisce e tra colori sgargianti e intense sfumature di nero.  

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Le opere di Marie-José - sempre molto materiche e organiche - sono modellate a mano e traggono spesso ispirazione dagli elementi naturali e dal contesto in cui vengono prodotte. «Da quando vivo e lavoro a Como sono molto ispirata dal bianco schiumoso delle onde e dall’azzurro del cielo e dell’acqua, colori nuovi per me, che ora però ritornano spesso nella mia produzione più recente», spiega l’artista. Nonostante la sua predilezione per la ceramica e la scultura, Marie-José non ha mai perso la curiosità nei confronti di altri media artistici, come la pittura e la fotografia, che negli anni hanno influenzato e pervaso la sua articolata pratica artistica. In occasione della mostra collettiva “Vedersi nell’altro attraverso l’arte contemporanea” (20-21 gennaio 2023), a cura del fotografo italo-palestinese Mustafa Sabbagh, Marie-José ha avuto l’opportunità di far dialogare alcuni lavori ceramici con dei suoi scatti volti a documentare il complesso processo creativo dietro alle sue opere. Il risultato è stato un intenso e avvincente viaggio introspettivo alla scoperta del suo intimo rapporto con la ceramica e con la sua identità artistica costantemente in divenire.