image

Guided Tour

Museo delle Spedizioni

Photography by Francesco Arena

Di proprietà dell’imprenditore milanese Guido Monzino dal 1974, Villa Balbianello ospita al suo interno il personale Museo delle Spedizioni, luogo che racconta la vera natura e passione di quest’uomo d’azienda, che nonostante fosse stato per diversi anni amministratore delegato della Standa, si riteneva soprattutto, nel profondo, un esploratore e avventuriero. Nell’arco di circa vent’anni infatti, Monzino aveva diretto e partecipato a ventuno importanti spedizioni in tutto il mondo. Nel sottotetto ricavato sopra la Sala delle collezioni primarie, allestì un luogo abitato da fotografie, reperti e bandiere, riconoscimenti che negli anni tracciarono la storia delle sue celebri imprese.

image
image

La passione per la montagna nasce grazie alla scalata del Cervino, negli anni Cinquanta, che lo proiettarono verso l’idea di conquistare terre lontane, impossibili da raggiungere. Guidato semplicemente dallo spirito d’avventura, alla ricerca di sfide sempre nuove, Monzino mise in moto tra il 1955 e il 1973 una macchina organizzativa volta a dar vita ad ogni spedizione, che condusse l’espolatore in Africa, sulle Alpi e sulle Ande, in Groenlandia e in Himalaya. Tra le imprese più eccezionali, quella al Polo Nord del 1971: trenta guide Inuit, trecento cani e venticinque slitte, e Monzino con le sue due guide valdostane, Rinaldo Carrel e Mirko Minguzzo (gli stessi che due anni più tardi toccarono la vetta dell’Everest). La scelta fu quella di non utilizzare la motoslitta, ai tempi già in uso, ma solo tradizionali mezzi in legno di hickory e legacci di cuoio, come dimostra la slitta personale di Monzino collocata al centro della sala.

image

I reperti che si possono ammirare oggi all’interno del Museo delle Spedizioni giungono proprio dai viaggi nei diversi continenti, durante i quali raccolse molti degli oggetti esposti. Masai, Giapponesi, Berberi, Tibetani, Argentini: questi alcuni dei popoli rappresentati e raccontati nello spazio, tra cui spiccano per ampiezza e numero di reperti gli Inuit, di cui si contano 300 elementi, ricevuti in dono oppure acquistati dall’esploratore milanese. Alla sua morte, nel 1988, il FAI - Fondo Ambiente Italiano ne ha preso in carico la gestione, preservando lo spirito e le disposizioni di Monzino.