Villa Monastero è amministrata dalla Provincia di Lecco e apre i suoi spazi da gennaio a ottobre, con possibilità di visita esclusiva ai giardini o combinando giardini e Casa Museo. Gli orari di apertura variano nell’arco dell’anno, per questo è consigliabile consultare il sito villamonastero.eu. I biglietti di ingresso sono acquistabili in loco.
Photography by Francesco Arena
Esiste un’imperfezione armonica nell’alternanza degli archi e delle colonne tortili di Villa Monastero. Un sovrapporsi di pietre, un gioco di luci e ombre, di vuoti e pieni che interpretano nove secoli di storia. Eclettica e sinuosa, cambia ritmo in ogni scorcio, sovrastata da una montagna a picco, sulle sponde dell’antico borgo di Varenna.
Fra le rive frastagliate della sponda orientale del lago di Como, nel borgo di Varenna, Villa Monastero rappresenta un unicum, grazie alla sovrapposizione di stili che l’ha plasmata nell’arco di nove secoli. Una facciata allungata, interrotta da un balcone sull’acqua e una grande scalinata che scende al lago sono oggi il risultato visivo di un’intensa commistione di espressioni architettoniche, che hanno trasformato il semplice impianto di un monastero femminile in una dimora ricca di sorprendenti accenti d’arte. L’insediamento religioso di fondazione cistercense e risalente al XII secolo venne acquistato a metà Cinquecento da Paolo Mornico, di Cortenova in Valsassina, ma solamente nel 1607 Lelio Mornico, futuro podestà di Lecco, stabilì qui la sua dimora facendo costruire quella che sarebbe stata conosciuta come Villa Leliana. Da allora, diversi sono stati gli interventi decorativi che hanno trasformato l’edificio in una mescolanza di elementi neoclassici con segni di classicismo greco, visioni rinascimentali, Barocco, architetture medioevali e guizzi esotici.
La più importante opera di ristrutturazione rimane ad ogni modo quella del tedesco Walter Erich Jacob Kees di Lipsia, fra il 1897 e il 1909, che ampliò anche il giardino dove ancora oggi convivono rarità botaniche e autoctone. Nel 1936 Villa Monastero divenne bene pubblico per volontà del naturalista milanese Marco De Marchi con la successiva apertura del parco ai visitatori e del centro congressi. Tra le più belle sale congressuali, degna di nota la principale, affacciata sul lago e intitolata al Premio Nobel Enrico Fermi, che proprio qui tenne alcune lezioni di fisica.
Negli anni Settanta la proprietà passò al Consiglio Nazionale delle Ricerche con la gestione della Provincia di Como e successivamente alla Provincia di Lecco, che istituì la Casa Museo. Quattordici stanze perfettamente arredate dove ritrovare quel ritmo di stili differenti che ospitò personaggi di spicco del panorama culturale e artistico italiano ed europeo. Preziosismi, scale, lampade, decori e arredi animano la sala del Biliardo, quella della Musica, il salottino Mornico o la sala principale, regalando a chi la visita la sensazione di immergersi nella storia.